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Quello che resta. Nel vino e nella vita.

Quello che resta. Nel vino e nella vita.

Ciao, sono sempre io, Patrizia D’Agostino.
Con questa rubrica ti racconto – a modo mio – i vini Conti Dagostino.
Come li penso, come li bevo… e perché potrebbero piacere anche a te.

Oggi ti parlo di una cosa che, per me, fa davvero la differenza:

La Persistenza

Nel vino come nella vita, quello che resta è ciò che conta.
Hai presente quella sensazione, quando bevi un sorso e, anche dopo aver deglutito, il gusto rimane, si evolve, si trasforma?

È come un’eco.
Un ricordo buono che si attarda.
Che non ha fretta di andarsene.
Quella è la persistenza.

🔍 Ma non finisce lì…

Un vino davvero ben fatto non solo resta, ma ha anche la giusta consistenza in bocca.
La consistenza è la sensazione tattile del vino: né troppo evanescente, né troppo pesante.
Quella corposità armonica che ti fa dire:
“Ecco, è ben fatto.”

È equilibrio. È struttura. È stile.

🍷 La prossima volta che apri una bottiglia…
Chiudi gli occhi.
Ascolta il vino, dopo il sorso.
Se ti parla ancora… allora è buono davvero.

Cos’è, in pratica, la persistenza?
È la durata dei profumi e dei sapori che restano in bocca dopo il sorso.
Un buon vino si fa ricordare.
Un grande vino… non se ne va facilmente.

E ora, ti porto nel cuore del Friuli

Sauvignon dei Colli Orientali

Un bianco secco, elegante, con note di:
🥭 frutta tropicale
🌿 salvia
🌼 fiori bianchi

Lungo, pulito, coinvolgente.
Un vino che… resta.

🍤 L’abbinamento perfetto?
Crostacei.
(Scampi, mazzancolle, gamberi)

Quel contrasto tra la dolcezza del crostaceo e la freschezza del Sauvignon è un piccolo incanto:
🍾 Il vino pulisce
🍽️ Il piatto si esalta
😋 Il palato ringrazia

 
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VAI AL VINO!

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